La timidezza e il suo impatto psicologico
Che cosa è la timidezza?
Il vocabolario Treccani definisce la timidezza come un “disagio o senso di timore provato di fronte a estranei; riservatezza, ritrosia, esitazione, goffaggine, imbarazzo, impaccio, insicurezza, soggezione.
Wikipedia, invece, così la definisce “La timidezza è un tratto della personalità che caratterizza in varia misura il comportamento di un individuo improntato a esitazione, ritrosia, impaccio e pudore superiori a quanto manifestano in analoga situazione altri soggetti, ovvero a una minor socievolezza”.
Quindi che cos’è? E’ un disagio provocato da un timore, da una soggezione, da un pudore, da una vergogna, dalla paura di fare brutta figura o di non essere all’altezza e via dicendo.
E’ quindi un comportamento formato dall’essere esitanti, a disagio, impacciati oppure scontrosi.
La timidezza è un comportamento che nuoce molto alle persone e può essere molto limitante nelle relazioni sociali. Ma che cosa la crea?
I tre diversi aspetti che crano la timidezza
Solitamente la timidezza viene creata da tre diversi aspetti che possono avere un impatto molto forte e significativo sullo sviluppo della persona e sulla eventuale propensione a sviluppare comportamenti di timidezza.
Timidezza ed eventi traumatici
il primo può essere quello di un evento traumatico che impedisce un normale sviluppo o una normale esplorazione del mondo delle relazioni, e quindi un evento che agisce sul coraggio che la persona ha (o non ha) nel muoversi soprattutto al di fuori dalla famiglia.
Questi eventi traumatici (su cui tornerò in un video e in un articolo successivo), sostanzialmente sono i pilastri su cui si possono creare i comportamenti e i modi di fare improntati a timidezza, ritrosia, difficoltà a manifestarsi nelle circostanze sociali e interpersonali, ansia sociale e da prestazione.
I genitori e il loro possibile effetto sulla timidezza
Il secondo aspetto è legato alla presenza di genitori che hanno paura.
Genitori che hanno timore che il figlio sia in qualche modo esposto a sofferenze, a brutte esperienze e a cose del genere e quindi, invece di incoraggiare il figlio a esplorare e a vivere le circostanze sociali, che cosa fanno?
Sottolineano quindi l’importanza di essere cauti, di essere attenti, scrupolosi, guardinghi e di non fidarsi. Cosa che poi darà degli effetti nella vita relazionale futura.
Il secondo aspetto è anche quello dei genitori che, magari per aiutare il figlio, lo incitano a fare sempre il meglio, ad essere meglio di altri, a prendere voti più belli, a dare prestazioni più elevate, a dimostrare di essere più intelligente, più sveglio e quant’altro. E quindi a genitori che così facendo stimolano il figlio verso il perfezionismo, che significa poi dover essere sempre a dare prestazioni e ad essere sempre in tensione, cosa che poi può creare facilmente un ritiro dalla competizione.
I genitori iperprotettivi o che rimproverano i figli
Il terzo aspetto è quello del genitori che hanno uno stile per così dire “sbagliato“.
Sono iperprotettivi e tendono a proteggere e a far evitare al figlio preoccupazioni, frustrazioni e difficoltà. Questi sono meglio noti come i Genitori Spazzaneve. Se ti interessa approfondire quato aspetto guarda il video “Chi sono i genitori Spazzaneve?”
Oppure, nei casi il figlio, ragazzo o bambino che sia, se ha avuto una malattia o ha avuto un problema di una certa importanza, inizia ad avere dei trattamenti speciali e diviene il “poverino“. Ovvero, comincia a scattare nei suoi confronti una connotazione di individuo più fragile, più esposto o più vulnerabile. Poverino dobbiamo capirlo, poverino dobbiamo essere comprensivi con lui, è fatto così, gli è successo questo, ecc.
Un’altra modalità genitoriale che può portare a problemi è auella dei genitori che, in vari modi, continuano a richiamare il figlio e a spingerlo ad essere “più sveglio” … “svegliati, apri gli occhi, fai meglio di come hai fatto“.
Questi sono i genitori che continuano a sottolineare al figlio la dimensione del “Non sei come dovresti essere!”, con tutte le conseguenze deleterie che ciò può portare.
Ecco comunque l’indice del video “Alla scoperta della timidezza e del suo impatto psicologico”, che riprende i temi di questo articolo:
00:00 Introduzione;
00:15 cos’è la timidezza;
00:47 cosa crea la timidezza?