Il bullismo: caratteristiche, prevenzione, bulli, vittime e gregari
Il bullismo è una forma di violenza verbale, fisica o psicologica (intenzionale o inconsapevole che sia) che viene reiterata nel tempo da parte di una o più persone (i cosiddetti “bulli”) contro un’altra (la vittima). Tale violenza arreca danni e conseguenze anche profonde a chi la subisce che spesso influenzno assai negativamente la vita di coloro che sono vittime dei bulli.
Il termine deriva dal verbo inglese “to bully” che significa “intimidire, opprimere, prevaricare“. Le parole bullo e bullismo sono principalmente utilizzate nell’ambito della scuola in quanto vengono usate per descrivere le forme di discriminazione e violenza che spesso si sviluppano tra i banchi di scuola, tra compagni di classe o di studio.
Il bullismo, comunque, spesso è riscontrabile non solo nel mondo della scuola ma anche in ambito lavorativo, familiare, di coppia, fra coetanei
In Italia, più del 50% dei ragazzi (fascia d’età 11-17 anni) è stata vittima almeno una volta di un episodio offensivo, irrispettoso, di squalifica o violento. Fortunatamente senza particolari conseguenze trattandosi di uno o pochi episodi isolati. La ripetizione o mancanza dei comportamenti vessatori e bullistici sembra essere uno degli elementi che più li rendono pericolosi per lo sviluppo di una valida e armonica autostima.
Il bullismo può assumere tre caratteristiche distinte:
- bullismo diretto, caratterizzato da atti di violenza fisica e verbale (molestie, offese e/o nomignoli, critiche, prese in giro);
- bullismo indiretto, incentrato su pettegolezzi o maldicenze nei confronti della vittima designata;
- cyberbullismo, ovvero una forma di bullismo perpetrato e diffuso su internet e sui social network.
Di queste tre non esiste una forma lieve, tutte arrecano danni a lungo termine nell’individuo che è vittima di tali violenze.
Caratteristiche del bullismo
I principali aspetti che vanno a definire degli episodi di bullismo sono:
- l’intenzionalità degli atti aggressivi che sono fatti con lo scopo preciso di offendere o far del male;
- la persistenza degli atti che possono perdurare nel tempo (mesi o addirittura anni) e che non sono frutto di isolati scoppi d’ira o conflitti;
- l’impossibilità per il soggetto bullizzato di difendersi adeguatamente dagli attachi subiti;
- il vissuto più o meno costante di paura di poter ricevere violenze o vendette o di peggiorare ancora di più la sua situazione.
Negli episodi di bullismo non esiste solo la diade bullo-vittima ma esistono anche altri attori coinvolti: i bulli gregari, ovvero coloro che prendono le parti del bullo che è protagonista delle violenze o delle offese, e gli spettatori, ovvero coloro che assistono agli episodi di violenza senza farne parte e si estraniano dalle situazioni problematiche senza supportare o prendere le difese della vittima. Anche per via della presenza di gregari e spettatori il fenomeno del bullismo è complesso ed è strettamente collegato a dinamiche intragruppo.
Le caratteristiche degli attori coinvolti: vittima, bullo, gregari
Generalmente, le vittime di bullismo sono persone dotate di elevata sensibilità, feribilità e bassa autostima. In genere hanno un’opinione negativa di sé e sottovalutano le proprie competenze e potenzialità.
Se diventi oggetto di bullismo, o ne sei stato vittima, facilmente sarai portato a mettere in dubbio il tuo valore e le tue qualità lasciandoti sopraffare da ansia, frustrazione e svalutazione.
Il bullo mostra solitamente una forte sicurezza di sé (che nasconde, in realtà, un disagio profondo). Solitamente è affeto da narcisismo e il suo obiettivo è quello di guadagnare potere, ammirazione e attenzione da parte degli altri compagni.
Il bullo in genere, infatti, valuta molto positivamente le proprie relazioni interpersonali e l’attrazione fisica che esercita, ha alta autostima combinata con manie di grandezza e narcisismo. Riesce solitamente a gestire bene le pressioni negative e i conflitti e gioisce nel soverchiare e “mettere sotto” le proprie vittime. Fa fatica a rispettare le regole esistenti nell’ambiente in cui bullizza e ha scarsa capacità empatica: in genere gioisce nel percepire la sofferenza dell’altro e non riesce per nulla ad immedesimarsi nei vissuti di sofferenza, dolore e disagio delle proprie vittime.
I gregari e gli spettatori sono coloro che sono ben a conoscenza delle dinamiche tra bullo e vittima e non fanno nulla per impedirlo. Questa apparente “freddezza” è in realtà il risultato di due specifici aspetti:
- hanno paura di diventare una vittima a loro volta;
- non sanno cosa fare per aiutare colui che soffre dell’oppressione e della violenza messa in atto dal bullo.
I gregari e gli spettatori potrebbero fare molto per la vittima: potrebbero non assecondare il bullo bensì prendere le difese della vittima, aiutare quest’ultima ad interagire con persone adulte oppure includerla nel loro gruppo per non farla sentire sola. Però, purtroppo, nulla fanno in modo esplicito per aiutare le vittime.
Bullismo: quali attività di prevenzione e supporto?
Sicuramente, per arginare il bullismo, è fondamentale attivare un progetto sistematico di prevenzione a livello scolastico, con cui mettere a conoscenza i ragazzi del fenomeno; valutare quali fattori di disagio giovanile e di rischio individuali vi sono; individuare gli aspetti ambientali presenti all’interno di determinati nuclei familiari che potrebbero generare condotte aggressive e di bullismo.
La prevenzione delle violenze e conseguenze derivanti dalle vessazioni o squalifiche da bullismo è fondamentale per due motivi:
- i bulli che hanno un’alta autostima – come evivenziato dagli studi di Corby, Hodges, Menon, Perry, Tobin, 2007 – se vengono coinvolti o se adottano comportamenti aggressivi e con forti dinamiche di potere, potrebbero sviluppare in futuro comportamenti antisociali e delinquenza minorile.
- i genitori del Bullo, i quali solitamente negano i problemi del proprio figlio; vanno orientati a far prendere coscienza e ad assumere le adeguate responsabilità al fine di risolvere adeguatamente le situazioni che possono essere o divenire ad alto rischio. Proprio per questo motivo bisogna parlare nel giusto modo ai genitori di queste problematiche e della loro pericolosità per lo sviluppo del figlio e per i possibili danni arrecati alle vittime.
Se sei vittima di bullismo
Nel caso in cui sei vittima di bullismo spesso proverai disagio nel cercare aiuto e ti potrai sentire isolato dal resto del mondo. Oppure vivrai con senso di stupore e incredulità il fatto che che determinate vicende possano succedere a te.
Non vergognarti e non darti la colpa di ciò che succede, anzi, cerca di dare importanza all’aiuto e al supporto che puoi ricevere.
Chiedere aiuto non è indice di inferiorità ma al contrario è una prova di forza e di coraggio ed è una grande risorsa per te e per chi ti sta vicino.
Puoi parlare del tuo disagio e dei tuoi pensieri ai tuoi genitori, insegnanti o a uno psicologo. Chiedendo aiuto per venirne fuori.
Se sei un genitore e tuo figlio è vittima di bullismo, valuta bene i comportamenti e i segnali che psesso “porta a casa”. Tuo figlio, ad esempio, può improvvisamente perdere la motivazione di andare a scuola o perdere l’interesse per le attività di svago o per le uscite. Può manifestare problemi legati al sonno, modifica di abitudini alimentari oppure può dipendere troppo da internet o dai videogiochi, attività in cui può sentirsi magari protetto e rassicurato.
Un supporto psicologico può essere fondamentale per te o tuo figlio, nel caso in cui tu fossi un genitore.
Lo psicologo può rilevare il disagio personale, le conflittualità, il malessere sia da parte di chi agisce, sia di chi è vittima. Può lavorare sulle capacità di gestione delle emozioni e sui conseguenti stati d’animo e sentimenti che la vittima (o il bullo) può provare.
Importante è considerare che le emozioni che sono difficili da gestire vanno affrontate con consapevolezza, al fine di trasformare le aggressioni e le dinamiche di potere in occasioni di crescita e di apprendimento.