Schiena e patologie psicosomatiche, quali sono le relazioni? Scopriamolo analizzando il messaggio che una malattia ci trasmette e le cause del mal di schiena psicosomatico.
Che cos’è il mal di schiena psicosomatico? Sono molte le persone che soffrono e hanno dolori e fastidi anche forti alla schiena, ma spesso questi dolori non risultano coerenti con i risultati delle radiografie, TAC. o Risonanze Magnetiche fatte.
Come mai? il Prof. Alf Nachemson, Direttore del dipartimento di Ortopedia dell’Università di Goteborg, riporta in proposito il risultato di un’interessante ricerca fatta dalla Società Internazionale di Ricerca e Studi del Rachide. Questa ricerca afferma che:
nella maggior parte dei casi i dolori che coinvolgono interamente la schiena o una sua specifica zona (cervicale, dorsale, lombare, sacrale, ecc.) e che non sono suffragati da specifiche problematiche ortopediche o strutturali alla colonna vertebrale, sono l’effetto di ansietà, depressione, stress o di altri disagi psicologici o esistenziali.
Oggi sempre più spesso, quando gli esami clinici risultano nella norma e la schiena risulta sana, i dolori e malesseri vengono definiti e spiegati dalla medicina come di origine psicosomatica. Scopriamone di più
Mal di schiena Psicosomatico
Mentre la Medicina Tradizionale Orientale, dice che “i problemi a carico della colonna vertebrale come causati dalle conseguenze dei disagi emotivi sopportati” e, anche se molto ortopedici o fisiatri fanno un po’ di fatica ad ammettere questo aspetto, va da sé l’evidenza che la schiena è sostenuta e mantenuta flessibile – o irrigidita – dall’apparato muscolare e dalle tensioni, o rilassatezze, che vi albergano.
Si sa:le fasce muscolari sono molto sensibile alla qualità delle emozioni e degli stati d’animo che vivono e soggiornano nel corpo. E le emozioni e gli stati d’animo di tensione, creano contrazione, irrigidimento e tensione nei muscoli e nell’apparato muscolo–scheletrico.
Se si considera l’indubbio effetto che le emozioni e gli stati d’animo negativi e di stress hanno sulla parte muscolare del corpo e sulla colonna e vedendo quindi le emozioni e gli stati d’animo negativi e i fattori stressanti in qualità attivatori di tensioni, blocchi e possibili contratture, diventa evidente che, al di là delle proprie personali convinzioni su quanto la mente agisca sul corpo o su quanto siano importanti gli aspetti psicosomatici nella nascita delle malattie, le tensioni ripetitive, i blocchi e le contratture muscolari che si ripetono “congelano” la struttura ossea in posizioni scorrette” che facilmente possono ingenerare problematiche quali ernie, artriti, artrosi, spasmi, ecc.
Per comprendere il messaggio inviatoci attraverso i sintomi e la malattia dalla mente, è però sempre necessario trovare una specifica e mirata chiave di lettura che tenga in debito conto e sia mirata:
- alla specifica situazione della persona;
- alla zona precisa di sofferenza;
- al tipo di emozioni principalmente vissute.
Dolori psicosomatici alla schiena
Scendiamo più nel dettaglio e vediamo insieme le varie zone della schiena, analizzando i possibili messaggi che il nostro corpo ci trasmette.

La zona cervicale
la ZONA CERVICALE è formata da 7 vertebre che hanno fra l’altro la funzione di sostenere il capo e permettere i vari movimenti che vengono attuati con la testa;
In questa zona, ogni volta che sia cerca di trattenere o difendersi da un’emozione che si vive come spiacevole, si assume una postura di tensione e di chiusura, ovvero: si chiudono le spalle e s’irrigidiscono i muscoli del trapezio e della cervicale.
A tutti capita (e in particolare se ha un forte senso di responsabilità e del dovere), di dover controllare e trattenere le emozioni e gli istinti senza sfogarli adeguatamente, ed ecco che in quel caso la prima vertebra cervicale, (l’Atlante), “sente il peso del proprio Mondo sulle spalle” (ovvero la persona avverte la testa come pesante dai tanti pensieri, tensioni preoccupazioni o timori che la affolla).
Quindi chi soffre di dolori alla cervicale, solitamente, oltre a soffrire di un eccessivo bisogno di controllare le proprie emozioni, solitamente ha un forte senso di responsabilità e una precisa tendenza a occuparsi e a farsi carico delle problematiche di chi gli è vicino. Si tratta della cosiddetta cervicale psicosomatica.
E se non s’impara a scaricare in modo appropriato l’effetto delle emozioni che più frequentemente “si convertono” sulla propria muscolatura scheletrica, un bel giorno si può facilmente scoprire di essere sofferenti a causa di specifici disturbi fisici che vengono causati da problematiche psicosomatiche.
Se ad esempio si considerano le persone che hanno problematiche di rabbia inadeguatamente o insufficientemente scaricata, facilmente si potrà notare in loro la comparsa di:
- un fisiologico aumento della bile (che può danneggiare il fegato e la cistifellea);
- situazioni ripetitive di mal di stomaco (rabbia per questioni non digerite)
- problematiche di riflusso gastrico;
- uno stato più o meno generale di tensione che può dar luogo a nervosismi, impazienza, insonnia, ecc.
La zona dorsale
La ZONA DORSALE è notoriamente di grande rilevanza per l’attività respiratoria tant’è che coloro che soffrono di “dorsalgie” concordemente raccontano di avere difficoltà a respirare in modo aperto e profondo.
Dal punto di vista posturale, chi soffre di dolori nella zona dorsale della schiena tende ad assumere posture chiuse e “difensive” in cui spinge in avanti le spalle e contrae la cassa toracica contraendo il diaframma e limitando i movimenti respiratori.
Detto in altri termini chi soffre di dorsalgie ha nella zona dorsale i muscoli tesi e contratti e respira con la zona apicale dei polmoni.
Non a caso dal punto di vista psicologo, emozionale, e psicosomatico, chi avverte sensazioni di paura e di ansietà, facilmente tende a contrarre il diaframma e a comprimere i muscoli addominali e del plesso solare, creando nel tempo affaticamento e problematiche soprattutto:
- al cuore (affaticamento dovuto al pompare di più trovandosi in una situazione generale di ridotta o scarsa ossigenazione);
- ai polmoni (che facilmente potranno essere soggetti ad un accumulo di catarro dovuto a ristagno e ipoventilazione);
- allo stomaco, fegato, pancreas ed intestino per via della situazione di compressione al plesso solare;
- connesse con possibili emozioni di vuoto, solitudine e perdita derivanti dal respirare senza aprirsi all’esterno.
E chi tende con continuità a contrarre il diaframma e a comprimere i muscoli addominali e del plesso solare, facilmente può andare incontro a problematiche di scarsa autostima, di difficoltà nella sfera dell’affermazione personale e della forza di volontà.
Quindi chi soffre di dolori nella zona dorsale della colonna spesso soffre di:
- rifiuto dei propri sentimenti per timore di non saperli adeguatamente gestire;
- difficoltà nel prendere le proprie decisioni per paura di soffrire facendo scelte sbagliate;
- disagi legati all’autostima e alla “paura di vivere”;
- chiusura, tensioni ed eventuali contratture alle spalle e al diaframma, (con cifosi accentuata della colonna).
La zona lombare
I problemi alla zona lombare sono essenzialmente legati a un eccessivo sforzo o sovrappeso che sottopone le vertebre a un persistente schiacciamento, al sollevamento o trasporto di pesi, a posture scorrette.
In una frase alla fatica di sostenere il peso della propria vita.
Quindi si somatizza in questa zona quando non si riesce più a sostenere o sopportare qualcosa: un lavoro troppo pesante, una situazione esistenziale, familiare, affettiva, o lavorativa problematiche. Situazioni verso cui si ritiene di essere obbligati senza potervici sottrarre, (di solito per un rigido senso del dovere o per una specifica incapacità di dire di no).
Quando il dolore è invece nella zona lombo-sacrale esso può essere legato a blocchi di tipo sessuale o a un’eccessiva rigidità di tipo morale con rifiuto dei propri desideri e pulsioni.
Chi soffre di Lombalgia, differentemente, di solito ignora o non tiene in debito conto i propri limiti, esagerando o abusando delle proprie forze e risorse e adottando atteggiamenti di obbedienza e di eccessivo sacrificio.
La lombalgia spesso sfocia in una “discopatia” (patologia a carico del disco intervertebrale che, per degenerazione, riduce la sua elasticità), discopatia che in un’attenta lettura psicosomatica di solito evidenzia un’inutile e cocciuta sopportazione di situazioni che normalmente non si tollererebbero.
Il disco che degenera o che esce dalla sua sede abituale crea dolore, blocco, limitazione e rigidità, manifestando ed evidenziando l’impossibilità di assumere atteggiamenti flessibili o l’incapacità di adattarsi a situazioni nuove o difficili.
Chi soffre di Sciatica, invece, spesso è una persona che si trova a dover fare qualcosa che non vorrebbe proprio fare, e che si sente costretta a dover agire per necessità, rigidità, intransigenza o senso del dovere.
Dolori alla schiena: significati
Continuando con questa attività di lettura delle varie problematiche connesse con le ossa della colonna vertebrale, possiamo indicare anche il posibile senso psicologico delle seguenti patologie:
L’Artrite sta di solito ad indicare un’autosvalutazione o un conflitto interno tra la volontà di agire e quella di non farlo, tra il realizzare e l’attendere; tra il fare e il rimandare. Chi soffre di artrite spesso trova bloccato di fronte a scelte che non riesce a prendere o che possono coinvolgere anche aspetti molto profondi e radicati.
L’Artide Remautoide è una malattia cronica che colpisce le articolazioni rendendole infiammate e dolenti.
È spesso legata alla rigidità di pensiero, alla svalutazione o alla poca accettazione di sé, alla criticità e alla mancanza di libertà d’azione per carenza di accettazione e tolleranza nei confronti propri e di chi è vicino.
Chi ne soffre è solitamente assai vitale e con una personalità attiva. Ma quando determinate rigidità caratteriali e di atteggiamento impediscono il libero fluire delle azioni, e non a caso il dolore e la rigidità delle articolazioni indicano la mancanza di libertà nello scegliere le proprie azioni.
Il fatto che l’Artide Remautoide colpisca e deformi soprattutto le mani, evidenzia l’incapacità che si ha nello stringere e riprendere nelle proprie mani la propria vita.
L’Artrosi usualmente costringe chi ne soffre ad avere una postura scorretta e un errata distribuzione del peso sulla colonna, che affatica in punti precisi le cartilagini, logorandole e rendendo impossibile la fluidità di movimento.

Chi è colpito da questa patologia, normalmente, ha una personalità caratterizzata da regole interiori molto radicate dalle quali non riesce a discostarsi, alle quali, per mantenervisi fedele, rinuncia a vivere pienamente frenando le proprie emozioni, i propri pensieri e relazioni sociali.
Spesso chi soffre di patologie artrosiche solitamente evidenzia all’esterno un indurimento e una “chiusura del cuore”, una sorta di rinuncia all’amore, con presenza di pensieri duri e freddi nei confronti di un’altra persona o di una situazione affettiva, personale, familiare o lavorativa che sta vivendo.
Chi soffre di artrosi, di fatto, si muove nel suo mondo, anche se non per scelta consapevole, in modo rigido e limitato con il corpo come con la mente.
Le Fratture a livello simbolico indicano solitamente la presenza di una ribellione nei confronti di una data situazione, persona o obbligo che non si riesce a cambiare o evitare; la rottura di un equilibrio che impedisce di proseguire nel modo abituale. O evidenzia la necessità di fermarsi. L’inconscio a volte utilizza l’incidente e la frattura conseguente come modo per dire quei “no” che quella persona se stesse bene non avrebbe il coraggio di dire.
Lo Strappo Muscolare di solito indica una lacerazione, uno strappo appunto, derivante dalla sopravvalutazione delle proprie forze nell’agire verso un determinato fine o obiettivo o nell’eseguire o insistere in una data attività senza tenere in debito conto la propria volontà, natura o modo di essere.
Lo strappo muscolare esprime simultaneamente sia lo sforzo a cui si sottopone la propria mente, (uno sforzo così intenso da lacerare e rompere), sia la necessità di fermarsi arrestando l’azione (il fermo derivante dal dolore che impedisce il movimento).
In sintesi
Quindi, in sintesi, qual è il messaggio che una malattia ci trasmette? Non sempre esso è facilmente leggibile, ma cominciamo a domandarcelo; e comunque vada e qualunque risposta otterremo, questa risposta potrebbe veramente aiutarci a stare meglio e guarire o a farci aiutare da qualcuno al fine distare meglio e guarire.
L’alternativa al porsi valide domande sui motivi che hanno portato all’instaurarsi di una determinata malattia qual è? Solo il mantenere detta malattia, vedendola magari nel tempo aggravarsi.
Mentre tutti noi sappiamo bene che una malattia nel momento stesso in cui ci indica la sua reale causa, evidenzia anche la possibilità di poter ottenere non solo una gratificante guarigione ma anche, e soprattutto, la possibilità di poter avere una qualità di vita e una soddisfazione di vita migliori.
7 Commenti. Nuovo commento
[…] « Capire il messaggio che una malattia ci trasmette aiuta sempre a guarire: patologie e psicosomatica … […]
Ne sono pienamente convinta quindi quali sono i pensieri che devo avere per farmi passare i dolori dorsali, sia dovuti ad artrosi e di conseguenza ai muscoli? Grazie
Giulia impossibile rispondere in modo specifico via messaggio, comunque: i pensieri devono essere di salute e di guarigione e non di malattia. Oltre a questo molto utile sarebbe lavorare su 2 specifici aspetti:
1) rimuovere gli aspetti traumatiche d emozionali che sono alla base dei sintomi e malattie di cui soffre; creare delle frasi personali mirate almiglioramento prima e di guarigione poi.
Le auguro tanti rapidi miglioramenti.
Io posso dire che da quando ho chiuso con una falsa amica che mi deprimeva perché parlava male di tutti e in specie dei miei amici mi sono spariti il mal di schiena e la sciatica!
Ottimo Marina, mi fa molto piacere che tu abbia risolto eliminando dalla tua vita quella relazione che ti dava quelle emozioni che ti causavano i sintomi. Ogni augurio
Soffro d ansia fame d aria da piccola nel tempo ! Ogni volta che tiro su mi si irrigidisce la testa è l avverto sempre meno nn percepisco più nessuna senzazione sembra finta. Sono sposata ” ma nn felicemente sono anni che dico me ne vado : ma i sintomi mi bloccano grazie se mi da un aiuto
Carmela mi spiace per le difficoltà che vive fin da quando era piccola. Il consiglio che mi sento di darle è questo: si faccia aiutare da un bravo psicologo a gerstitre meglio questo delicato e difficile momento, anche se i tempi per un aiuto fattivo non saranno brevi. Ogni augurio