L’esibizionismo sessuale è un disturbo che rientra nello spettro delle parafilie.
Secondo il Manuale Statistico Diagnostico dei disturbi mentali, chiamato comunemente DSM, le parafilie sono disturbi caratterizzati da fantasie e desideri sessuali atipici e ricorrenti che possono riguardare oggetti inanimati, sofferenza e umiliazione di se stessi o altri, e possono altresì riguardare bambini o altre persone non consenzienti.
Esibizionismo: esordio e peculiarità
L’esibizionismo rientra tra questi e – per essere considerato come un vero e proprio disturbo – deve manifestarsi per almeno sei mesi e con:
- impulsi e comportamenti che creino disagio significativo e difficoltà nelle relazioni interpersonali della persona che ne soffre;
- difficoltà tali che possono compromettere la sua vita privata, sociale e lavorativa.
L’esordio avviene in media durate l’adolescenza, verso i 18 anni di età. Interessa principalmente il sesso maschile, dato che il rapporto di donne e uomini che ne soffrono è di 1 donna ogni 100 uomini.
L’esibizionista prova piacere nell’esporre i propri genitali. A volte l’esposizione è accompagnata da comportamenti masturbatori.
La persona che è dedita ad atti esibizionistici in genere è consapevole che tale comportamento può creare sorpresa e shock negli spettatori: l’esibizionismo appartiene alle parafilie coercitive, ovvero quei disturbi sessuali che vengono messi in atto senza che vi sia il consenso dell’altro e in assenza di contatto fisico.
Spesso l’esibizionista manifesta dei comportamenti sadici mettendo la vittima nelle condizioni di subire la sua violenza espositiva. A un livello profondo, il timore dell’esibizionista è proprio legato all’intimità della relazione. I suoi atti esibizionistici non sono condotti al fine di sedurre la vittima, ma prova eccitamento nella reazione di shock e sorpresa di chi gli è vittima.
Secondo lo studioso Robert Stoller, l’esibizionista non si sente in grado di intraprendere altre modalità di relazione. Questo “difetto relazionale” fonde le sue radici nell’infanzia, in quanto solitamente è il risultato di umiliazioni e non considerazione da parte dei genitori, soprattutto della madre o di altre persone dell’altro sesso. Per questo egli si vendica di tale umiliazione scioccando delle persone sconosciute, spesso altre donne. Questi uomini, sempre secondo Robert Stoller, rivelano profonda insicurezza rispetto al loro senso di mascolinità, inteso proprio come identità di genere.
É possibile intraprendere un percorso di psicoterapia?
Attraverso un percorso di psicoterapia, si cerca di favorire l’identificazione dell’esibizionista con le proprie vittime per aiutarlo a comprendere le conseguenze delle proprie azioni dato che fa fatica ad entrare in empatia con l’altro.
Ad un livello più profondo, si individuano i motivi che conducono l’esibizionista ad attuare i comportamenti esibizionistici, aiutandolo a divenire vai via più consapevole. Chi soffre di tale parafilie può trarre vantaggio, oltre che dalla psicoterapia individuale, anche dalla psicoterapia di gruppo, in cui può entrare in contatto con persone che hanno familiarità con il suo problema.