Quali capacità aggiuntive deve avere uno psicologo che fornisce la propria consulenza “a distanza”? Come si sente un cliente, e soprattutto, quanto può essergli utile e di vantaggio un colloquio via skype o telefono? E quali sono gli aspetti indispensabili per fare un buon colloquio psicologico o di sviluppo delle prestazioni sportive a distanza?

Nella mia esperienza di psicologo a Milano sono ormai molte le persone che seguo a distanza tramite videoconferenza o telefono, e fra questi ho notato che:
- alcuni clienti preferiscono fare colloqui psicologici di persona e solo sporadicamente a distanza;
- altri preferiscono lavorare a distanza e solo sporadicamente di persona, anche se risiedono vicini a Milano o nell’hinterland milanese o hanno dei mezzi di trasporto molto comodi;
- altri invece vogliono fare quasi solo colloqui a distanza (persone che che risiedono sia in Milano, sia in città anche molto distanti da Milano);
- altri ancora che vogliono fare colloqui solo di persona e interagiscono assai malvolentieri a distanza e solo nel caso in cui stiano male o abbiano un’assoluta urgenza.
Cosa contribuisce a queste preferenze così diverse?
La risposta, che è frutto della mia specifica esperienza, crea sorpresa: il “fattore chiave che porta a preferire l’uno o l’altro”……….. non è la distanza, (anche se è evidente che certe lontananze impongono la scelta obbligata di fare colloqui psicologici a distanza).
Infatti parlando non con la razionalità E buon senso (quello che dirò risulterà magari ovvio, dopo averlo letto), sono anche questi gli aspetti assai determinanti:
- l’avere una connessione internet veloce e affidabile che permetta di avere una conversazione ben funzionante e senza cadute di linea: bada bene parlo di una connessione efficace e non un computer fatto in un certo modo, ecc. Spesso il luogo comune è che è il computer, o il luogo, o skype che magari funziona male, o l’orario che megari è di punta …….. favole: o la connessione (e quindi il gestore che fornisce il servizio internet in quel luogo funziona adeguatamente o non funziona bene).
Se mi trovo nel mio luogo abituale di vacanza, ad esempio, faccio regolari colloqui psicologici o di potenziamento delle prestazioni sportive tramite skype …. senza avere alcun problema. Il mio vicino, invece, impazzisce ogni volta in cui vuole comunicare via web con figli o amici, (se lo fa con la mia connessione internet non incontra problema, con la propria vive invece uno stress e un fastidio continui). Ecco quindi la prima parola chiave: evitare tassativamente, e soprattutto se si è al primo colloquio a distanza, lo stress e fastidi legati a una carente connessione internet.
Una persona confronta immediatamente il colloquio che ha avuto di persona con quello che sta avendo a distanza, e se quello in remoto dà rabbia, fastidio o stress da “banda stretta”, non vorrà più lavorare a distanza. Se invece tutto è andato bene, comincerà ad apprezzare, e in alcuni casi amplificare, i vantaggi del colloquiare senza doversi recare il un luogo fisico diverso dal suo luogo abituale (casa o ufficio che sia). Lo stesso discorso ovviamente vale per la connessione telefonica: la sindrome da “orecchio bollito dal calore del cellulare” o da stanchezza da postura storta dovuta alla cornetta premuta contro l’orecchio per sentire”, fatte salve le eventuali situazioni eccezionali o di grande urgenza, non invogliano certo a ripetere l’esperienza.
Quindi il fatto di avere – o non avere – una buona connessione internet, per quanto riguarda il colloquiare in videoconferenza ….. o l’avere – o non avere – un valido telefono viva-voce, o una buona cuffia, che permetta di liberare la persona dal dover tenere sempre la cornetta, o il cellulare, vicino all’orecchio, è essenziale.
Ciò conduce immediatamente un altro aspetto rilevante, e che viene solitamente dato per scontato o sottovaluta, ovvero la presenza o mancanza di: RISERVATEZZA!
In realtà dovremmo parlare di SILENZIO, ASSENZA DI INTERRUZIONI E RISERVATEZZA, che Messi nell’ordine giusto, sono:
A) RISERVATEZZA: come si sentirebbe se avesse il timore che quello che dice a uno psicologo può essere ascoltato da qualcun altro? E se si sentisse obbligato a “parlare sottovoce” per non farsi sentire?
B) ASSENZA DI DI INTERRUZIONI: Non ha idea di quanti colloqui sono stati disturbati bruscamente dal coniuge, o dalla segretaria, che entra nella stanza per prendere una cosa o avvisare di un’urgenza, o di quanti genitori esistono che sono ignari del colloquio psicologico in corso ed entrano speditamente nella stanza, o vengono ad avvisare che devono uscire; o dei figli che fanno capolino dalla porta incuriositi e che vogliono partecipare a “questa bella novità”: la mamma o il papà parlano con qualcuno al computer”!
C) SILENZIOSITà del luogo in cui si colloquia: frasi del tipo “cosa ha detto? Ripeta che non sento, (stanno magari facendo dei lavori nell’appartamento accanto e c’è un gran baccano o si sente magari in strada un via vai di sirene).
Quindi le sessioni psicologiche o di potenziamento delle prestazioni sportive “a distanza” sono efficaci? Certo, se vi sono le condizioni di capacità professionali dello psicologo, esperienza nel lavorare a distanza creando ugualmente un clima efficace e di risultato; connessione internet adeguata e ben funzionante; privacy, silenziosità e riservatezza.
A questo punto, come diceva qualcuno che utilizzava una famosa battuta,”provare per credere”.
Armando Pintus, Coach Psicologo a Milano, Psicoterapeuta e Formatore specialista nello sviluppare Autostima, Benessere, Efficacia e Risultati.
Non fa solo il Mental Coach dato che da 30 anni fa Coaching Psicologico con ogni cliente su ciò che più dà soddisfazione, riuscita, successo e risultati.
In particolare utilizza un metodo di Coaching Psicologico che Sviluppa Capacità e Risultati Personali, Emozionali, Sportivi e di Relazione.
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