Genitori disfunzionali o in difficoltà?
Diventare genitori è un evento che cambia la vita e non è detto che tutti siano preparati a diventare un bravo padre o una brava madre.
Infatti vi sono vari tipi di genitori: alcuni di questi, più semplicemente, sperimentano delle difficoltà, altri invece hanno presentano dei tratti disfunzionali, manipolatori ed egoistici in grado di minare la serenità dei propri figli.
Un genitore in difficoltà o assente (magari per via della propria professione lavorativa) non danneggia appositamente i propri figli. Infatti può avere un umore scostante, può essere esigente circa i risultati scolastici o sportivi dei figli, può essere molto severo o intransigente, può sentirsi turbato o stressato da difficoltà interne alla famiglia (liti e incomprensioni con il partner) o esterne ad essa (difficoltà lavorative e/o finanziarie). Il tutto senza voler fare dei danni o far avere delle conseguenze negative ai propri figli.
Un genitore disfunzionale, invece, può creare molte problematiche, disagi e patologie ai figli. Questo tipo di genitori molto spesso hanno alle spalle un’infanzia caratterizzata da abuso, trascuratezza e negligenza. Possono essere vittima di un trauma oppure far uso di droga, alcool, psicofarmaci o eccitanti o soffrire, loro malgrado, di un Disturbo Post Traumatico da Stress.
Un genitore disfunzionale soffre molto di frequente – a differenza di un genitore in difficoltà – di un disturbo grave di personalità o di un disturbo che va a minare la stabilità mentale, educativa ed emotiva propria e dei figli.
Un genitore di questo tipo, infatti, di solito ripropone ai figli schemi quegli relazionali problematici che ha appreso in passato dai propri genitori.
Le caratteristiche dei genitori disfunzionali
La prima caratteristica fondamentale è la mancanza di empatia: non è in grado di prendere in considerazione i bisogni dei propri figli, soprattutto quando questi sono spaventati o vulnerabili. Come si dice in gergo, va “in tilt” di fronte alle vulnerabilità del proprio figlio e, invece di essere rassicurante, diviene punitivo.
Questo succede poiché – nella sua infanzia – potrebbe aver imparato a reprimere i propri sentimenti per poter sopravvivere alla famiglia problematica d’origine dove, ad esempio, una vulnerabilità o un “bisogno di affetto o di supporto” erano considerati come una forma di debolezza.
Tutti i genitori disfunzionali hanno avuto un’infanzia difficile? No, ci sono anche genitori con queste caratteristiche che hanno passato una giovinezza apparentemente tranquilla.
Si tratta di bambini che, malgrado non avessero avuto traumi fisici o psicologici, sono stati viziati o particolarmente criticati, derisi oppure adulati o educati magari da genitori troppo accondiscendenti e indulgenti. Sono stati cresciuti sentendosi magari inferiori rispetto agli amici o ai coetanei, oppure superiori rispetti agli altri, meritando attenzioni speciali e privilegi. Cosa che ha magari portato allo sviluppo di tratti narcisistici.
I tratti comportamentali dei genitori disfunzionali
Ecco le azioni tipiche di un genitore con tratti disfunzionali ed egoistici:
- Mette in primo luogo i suoi sentimenti e bisogni e ha bisogno di essere sempre al centro dell’attenzione;
- I suoi comportamenti imprevedibili e irregolari rendono l’ambiente domestico caotico e poco sereno;
- Nutre alte aspettative nei confronti del figlio, vuole che abbia successo e che sia popolare rispetto agli altri bambini;
- Può diventare violento e invidioso del figlio se questo viene eccessivamente apprezzato per le sue capacità, talenti o bellezza;
- Un genitore di questo tipo è spesso svalutante, incontentabile e non riconosce gli sforzi fatti dagli altri;
- Risulta disinteressato e distratto;
- Oscura, reprime, sminuisce, ridicolizza i bisogni fisici ed emotivi del figlio, arrivando a punirlo quando protesta o piange per attirare le sue attenzioni e ottenere le sue cure;
- Manipola i figli con bugie, messaggi confusi che portano il bambino – non sufficientemente maturo a capire alcune dinamiche comunicative – a dubitare di se;
- Il genitore disfunzionale di sovente assume comportamenti passivo-aggressivi, ignorando le richieste del bambino e dimenticando le promesse fatte;
- Agli occhi degli altri, egli si descrive come vittima di un figlio difficile, viziato o ribelle;
- I confini dei genitori disfunzionali sono confusi e incoerenti: alcuni possono essere eccessivamente permissivi, altri vogliono il controllo completo della vita del figlio;
- Spesso mettono i fratelli l’uno contro l’altro i quali vengono trattati in modi diversi, uno dei due può essere il “figlio preferito”, l’altro la “pecora nera”;
- Durante le discussioni e/o i rimproveri, spesso dicono frasi anche molto pesanti ai figli, quali, ad esempio: “… con tutto quello che abbiamo fatto per te“, oppure “vorrei che non fossi mai nato”, “mi hai rovinato la vita…”.
I genitori disfunzionali e quelli del “Mulino Bianco”
La celebre frase “famiglia del Mulino Bianco” prende spunto dalla famosa marca di biscotti, merendine e altri alimenti da colazione che affolla gli scaffali dei supermercati. Tra gli anni Ottanta e Novanta divennero celebri le pubblicità dell’azienda in cui veniva presentata una famiglia di assetto tradizionale, composta dai due genitori, due figli e un nonno: una triade generazionale che si ritrova a tavola, precisamente a colazione, allegra, sorridente, senza apparenti problemi.
Questa immagine ottimista della famiglia “all’italiana” è entrata nell’immaginario collettivo di ognuno di noi, tanto da assumere il significato di “famiglia perfetta”, quindi senza problemi.
Genitori disfunzionali, affetti da problemi psicologici, da nodi esistenziali irrisolti, da dipendenze e patologie psichiatriche, fanno purtroppo ormai parte di situazioni particolarmente diffuse all’interno della nostra società, molto più di quanto si possa immaginare. Per questo la famiglia del Mulino Bianco è diventata una sorta di illusoria chimera. Tutti noi aneliamo a quel tipo di famiglia ma difficilmente riusciamo a vivere una vita tutta “rosa e fiori”.
La profonda confusione tra i bisogni dei figli e i bisogni infantili irrisolti dei genitori (che si possono comportare ancora come bambini) è alla base di un processo di manipolazione affettiva che si innesta sul bisogno di accudimento comune ad ogni bambino.
Un bambino ha infatti sempre bisogno della presenza e assistenza di almeno un adulto per far fronte ai propri bisogni mentre un genitore – dal canto suo – deve adeguarsi alle esigenze dei figli.
Secondo la psicologa svizzera Kathya Bonatti, i bambini non amati cercano in ogni modo di rendere felici i propri genitori, adeguandosi alle loro richieste e modificando il proprio sentire nella speranza di essere riconosciuti, compiacendo i loro genitori e illudendosi di essere amati attraverso la dipendenza. Così facendo si crea un circolo vizioso in cui i bambini bisognosi di oggi possono diventare i genitori insoddisfatti, confusi e disfunzionali del domani.