Ansia e ipocondria da Covid?
La pandemia da Coronavirus ha iniziati a manifestarsi a fine 2019 in Cina. Da lì, il COVID-19 ha continuato ad espandersi e modificarsi, malgrado le forme di contenimento del contagio da parte delle autorità governative e l’introduzione di vaccini.
Tuttavia, una pandemia su larga scala ha portato effetti negativi sulla salute psicologica di alcune persone che hanno cominciato a soffrire di varie problematiche, fra cui ansia e ipocondria da Covid.
Molti, in questi casi, tirano fuori il lato ottimista, sono in grado di gestire situazioni di stress e sviluppare resilienza di fonte alle difficoltà e all’incertezza. Vi ricordate, nel marzo 2020, lo slogan “andrà tutto bene“? Era un chiaro esempio di resilienza in cui la comunità si faceva forza a vicenda.
I disturbi d’ansia e ipocondria da Covid
Il disturbo di ansia è uno tra i disturbi più diffusi nell’era di globalizzazione. L’ansia si può manifestare tramite un disturbo generalizzato oppure può sfociare in debilitanti attacchi di panico, a loro volta distinti con o senza agorafobia.
Se soffri di disturbo d’ansia generalizzata, l’esperienza del lockdown e della pandemia in generale può essere stato per te una fonte di ulteriore disagio, scaturita dall’imperante senso di incertezza e pericolo riguardo la malattia, soprattutto nei primi mesi della sua manifestazione.
Tuttavia, vorrei tranquillizzarti: parlare di disagio non significa necessariamente sviluppare una patologia. Provare ansia, soprattutto in tempi di Covid, è di per sé una reazionale naturale e spesso utile per l’uomo: è un campanello d’allarme nelle situazioni in cui ci troviamo in difficoltà, in cui temiamo di essere in pericolo o nei momenti di forte stress e ansietà.
L’ansia diventa eccessiva quando si presenta in maniera improvvisa e inattesa o condizione in modo negativo la vita di tutti i giorni, come ad esempio nel caso degli attacchi di panico.
Ansia e Covid-19
Avere un disturbo d’ansia in tempo di pandemia può portare a reazioni diverse, in base alla storia clinica del soggetto e al tipo di disturbo.
Uno studio scientifico italiano, condotto dal prof. Perna e presentato all’European Congress of Psychiatry, in cui hanno partecipato 3.000 persone ha evidenziato un’incidenza dei disturbi d’ansia del 10% dall’inizio della pandemia (quindi di ben 300 casi su 3.000 considerati!).
I dati sopra riportati sono stati presi in esame e valutati nel periodo che va dal primo lockdown (marzo 2020) fino all’autunno 2021. Lo studio attuato dal Prof. Perna ha stimato che oltre 5 milioni di italiani abbiano iniziato a soffrire di ansia patologica a partire dall’inizio della pandemia da coronavirus.
Sicuramente, l’aumento dei contagi mette a freno la nostra voglia di ricongiungerci con amici o familiari, viaggiare, partecipare ad eventi, concerti o musica dal vivo. Inoltre, l’aumento di notizie contraddittorie e fake news sui social network generano ancora più incertezza e ansia.
L’ansia da Covid può portare a fare scelte frettolose, preoccuparci “troppo” delle possibili scelte o cose sbagliate che possiamo fare.
Per questo motivo varie fonti ufficiali fra cui il Ministero della Salute, l’Istututo Superiore di Sanità e l’Ordine Nazionale degli Psicologi hanno introdotto delle vere e proprie linee guida per poter arginare l’ansia e la paura del COVID-19.
Soffrire di ipocondria nell’era del Coronavirus
Il COVID-19 è stato decisivo anche per coloro che soffrono di ipocondria, rendendo le persone molto più preoccupate circa il loro stato di salute e la possibilità di contrarre pericolosamente il virus.
L’ipocondria da Coronavirus si può intendere come una tendenza verso una eccessiva preoccupazione circa il proprio stato di salute, percependo ogni minimo sintomo (tosse, raffreddore, dolori muscolari, dolore al petto) come un segnale diretto all’infezione da Coronavirus.
L’ipocondria si manifesta in:
- Preoccupazione centrale e totalizzante circa contagi e malattie, evitamento del contatto fisico con altre persone (inclusi familiari) circa il contagio
- Insistente ricerca di rassicurazione da parte di medici o assistenti, comportamento che può facilmente associarsi alla “cybercondria“, neologismo che sta ad indicare la ricerca compulsiva su internet dei sintomi della malattia.
- Alti livelli di ansia, incapacità ad uscire di casa e compiere faccende di tutti i giorni, somatizzazione delle proprie paure e preoccupazioni
3 consigli da attuare
Cosa fare se soffri di ipocondria da Covid? Innanzitutto, quello che vorrei dirti è che occorre essere consapevole del problema e chiedersi quali sono stati i fattori che hanno scatenato il pensiero ipocondriaco.
Inoltre, sposta l’attenzione su altro, tramite la meditazione che può aiutarti a mettere un freno a tali pensieri intrusivi e basarti sul “qui e ora”. Concentrati sui pensieri positivi, sulle piccole distrazioni e godi dei progressi che ottieni giorno dopo giorno. Circondati di persone pazienti, empatiche che non giudicano le tue paure e infine, cerca aiuto psicologico, un esperto può aiutarti in questo viaggio verso il miglioramento di una buona qualità della vita.
Evita l’effetto “orso bianco”. Se ti dicessi di non pensare ad un orso bianco, in questo momento per te è impossibile non pensarci. Questo vale anche per la paura della malattia, se per te anche un minimo raffreddore può darti preoccupazione, non pensarci e non passare in rassegna le varie informazioni presenti nelle varie riviste o su Google.
Non farti condizionare dalle fake news, un buon suggerimento è quello di vaccinarti contro il COVID-19: il vaccino protegge sia te sia le persone che ti stanno vicino.
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