La morte di un genitore, stando ad alcuni studi, può portare ad un aumento del rischio di problemi emotivi e mentali a lungo termine, quali: depressione, ansia, abuso di alcool, di farmaci o di droghe e sostanze stupefacenti.
Molti studi, infatti, dimostrano che perdere un genitore, soprattutto se ciò avviene durante l’infanzia, aumenta in modo importante il rischio di sviluppare problemi di salute mentale. Questo è particolarmente vero se:
- una persona non riceve un ampio sostegno durante il lutto;
- a fronte di una giovane età, quando un genitore muore, viene a mancare una genitorialità sostitutiva surrogata che sia stabile e coerente.
Un altro fattore che influenza lo sviluppo di problemi di salute mentale in giovani che hanno subito la perdita del padre o della madre è dato da due specifici fattori:
- da quanto il giovane si è sentito vicino al defunto;
- dall’intensità e ampiezza di quanto la perdita cambia la sua vita.
Naturalmente ciò non significa che un figlio non proverà sentimenti di dolore se perde un genitore con cui non si sentiva vicino, con cui non andava d’accordo o che non conosceva bene. La morte del padre, o della madre, anche in questi casi può essere infatti sentita molto, molto profondamente.
Perdita dei genitori e salute mentale: cosa dicono le ricerche
Le ricerche fatte sugli effetti che la perdita dei genitori ha anche a lungo termine, indicano che in un figlio la morte di un genitore può avere un impatto sia sulla salute mentale, sia su quella fisica.
Da precisare che gli uomini in seguito alla perdita di un genitore hanno più probabilità, rispetto alle donne, di sviluppare problemi di salute fisica.
Oltre a ciò i dati mostrano anche che l’impatto della morte dei genitori ha questo tipo di effetto:
- gli uomini che perdono il padre sembrano vivere la perdita più intensamente rispetto alle figlie;
- le donne che perdono la madre sembrano essere più profondamente colpite rispetto ai figli maschi.
Gli interventi psicoterapeutici che aiutano le persone a guarire da un dolore così devastante: le ricerche di Bowlby

La ricerca sulla teoria dell’attaccamento di Bowlby e la teoria del lutto hanno portato allo sviluppo di interventi che aiutano le persone a guarire da un dolore così devastante.
Questi interventi terapeutici, dice sempre Bowlby, sono efficaci quando si concentrano sulle risorse personali e sulla capacità di migliorare la propria resilienza.
Fu proprio Bowlby, nel 1980, a identificare due varianti del lutto:
- il lutto “cronico”, che è connotato da uno stato di dolore più intenso e lacerante. Dolore che può essere accompagnato da depressione, disorganizzazione comportamentale e alcolismo;
- la “prolungata assenza di dolore“, in cui l’apparente stato di equilibrio e di distacco dal lutto copre in realtà problemi anche forti di disequilibrio emotivo.
Il disturbo da Lutto Complicato Persistente
La prima “variante”, quella del lutto “cronico”, si può sviluppare anche in un lungo arco ti tempo di lutto prolungato. In letteratura prende il nome di Disturbo da Lutto Complicato Persistente (CGD – complicated grief disorder).
Questo tipo di lutto comporta tristezza e dolore emotivo intenso e persistente. Unito a desiderio e nostalgia nei confronti della persona deceduta; preoccupazione per il deceduto e per le circostanze della sua morte; incredulità; difficoltà a trovare ricordi positivi riguardanti il defunto e, infine, desiderio di morire per raggiungere la persona perduta.
Nel caso di lutto complicato persistente, il percorso psicologico e psicoterapeutico sarà senza dubbio più difficile. Occorrerà in questo caso lavorare anche sui sensi di colpa, aiutando chi ha subito la perdita del genitore sia a riconoscere il suo dolore, sia ad elaborarlo affinché si trasformi in qualcosa di nuovo e di positivo per se e per coloro che gli sono intorno.
Cosa succede dopo la morte di un genitore?
Shock, intorpidimento, negazione, rabbia, tristezza e disperazione sono i sentimenti che la maggior parte delle persone vive dopo la perdita di un genitore. Queste emozioni possono persistere in vari gradi per molti mesi dopo che si è verificato il lutto.
La maggior parte delle persone sperimenta questi sentimenti e la presenza del “dolore da perdita” nelle fasi del lutto, che sono state molto ben descritte dalla psichiatra svizzera Kuber Ross. Queste fasi, che non sempre seguono un ordine preciso, diminuiscono di intensità nel tempo, se vi è una normale elaborazione del lutto.
Quanto tempo ci vorrà per lasciar andare il dolore?

Nessuno può sapere in partenza quanto tempo ci vorrà per lasciar andare il dolore, ma ciononostante spesso molte delle persone che hai intorno a te possono mostrarsi impazienti affinché tu ti senta meglio prima di quanto sia necessario per te. In questo caso non lasciarti influenzare: prenditi tutto il tempo necessario senza badare a chi da consigli senza avere una preparazione specifica o a chi pensa, in modo piuttosto sorprendente, che possa essere d’aiuto l’insistere affinché tu la smetta di soffrire o di pensare al tuo genitore defunto.
Come se l’intenzione o la volontà potessero da soli risolvere una necessità di elaborazione del lutto o di avere un aiuto specifico aiuto per superarlo.
Comunque, anche nonostante gli inviti a “smetterla di soffrire o di ripensare al defunto”, in molti continuano a provare anche per anni, dopo la perdita del genitore, dolore ed emozioni intense. A questo punto è utile essere molto attenti: un lutto prolungato può avere effetti negativi in vari ambiti della propria vita. Anche per questo motivo è importante farsi aiutare.
Permettiti di sentire il dolore
L’elaborazione del lutto legato alla morte di un genitore comporta necessariamente il permettere a se stessi di sentire il dolore della propria perdita, il lasciare che si faccia strada l’accettazione sia del vuoto che si è venuto a creare, sia della nuova realtà, sia il trovare un modo per andare avanti.
Il processo di elaborazione corretto e sano della perdita subita e la guarigione dagli effetti del lutto comporta anche la possibilità, col tempo, che si possa godere di altre relazioni.
Se invece la persona che ha subito il lutto continua ad avere una spiccata attenzione ai ricordi inerenti alla persona persa e a provare ancora un dolore intenso, allora in quel caso un supporto di un bravo psicologo e di una valida psicoterapia risultano essere assolutamente consigliati.