Le persone ipersensibili possono risultare incomprensibili agli occhi degli altri
Coloro che sono ipersensibili In diverse occasioni possono essere considerate persone che tengono a manifestare le proprie emozioni in maniera “esagerata”.
La sensibilità è un dono prezioso, è una capacità che permette alle persone di vivere con maggiore intensità e comprensione ciò che le circonda.
Imparare a conoscere e gestire la propria sensibilità è un passo essenziale per poterne sfruttare le potenzialità e per evitare che diventi troppo “ingestibile”, trasformandosi in uno spiacevole punto di debolezza in grado di trasformare una vita piena di emozioni in un’esistenza fragile e sofferente.
Sensibilità, un dono raro e da maneggiare con cura
Se sei una persona molto sensibile, potrai ritrovarti in queste caratteristiche: comprendi facilmente gli umori di chi ti circonda, riesci a metterti in relazione con gli stati d’animo altrui, osservi i comportamenti e da questi effettui le necessarie deduzioni.
Potrai condividere con me l’idea che la sensibilità, a braccetto con l’empatia, sia la qualità che più ci guida e ci aiuta nelle relazioni.
Per alcuni la sensibilità è una sorta di filtro che sa utilizzare per leggere il mondo circostante e per dargli un’attribuzione corretta e coerente. Per altri, invece, imparare a gestire e utilizzare questa caratteristica è una vera e propria sfida.
Cosa vuol dire essere ipersensibili?
Essere ipersensibili, a prescindere dall”età, significa essere in grado di cogliere dettagli e significati che per la maggior parte degli altri sono poco evidenti.
I bambini ipersensibili sono coloro che di solito:
- colgono il malessere di un loro amico o compagno in difficoltà;
- trattengono impressioni e idee per paura di ferire chi li circonda;
- utilizzano strategie consolatorie non solo con i loro pari, ma anche con chi è più grande – come i genitori, ad esempio.
I bambibi ipersensibili sono solitamente sia di indole buona, sia incapaci di dare preoccupazioni agli altri altri.
Tuttavia, proprio loro possono diventare bersaglio facile da parte dei “bulli”, molto suscettibili e sensibili a critiche e osservazioni e possono incarnare bene il ruolo di “vittima” in quanto spesso sono poco capaci di tener testa agli altri.
Ma se queste sono le peculiarità dei bambini ipersensibili, come appare un adulto con le medesime caratteristiche?
L’importanza di saper gestire l’ipersensibilità
Per gli adulti, si tratta di una strada decisamente in salita, ma percorribile: avere una buona sensibilità ma non riuscire a gestirla correttamente può portare a dover affrontare le proprie debolezze e insicurezze vivendo con sofferenza accentuata i momenti di confronto e vissuto con gli altri che non lo sono.
Solitamente, una persona ipersensibile si confronta in modo negativo e sofferente con le altre persone, spesso vivendo in modo vittimistico e svalutativo le situazioni. Chiedendosi magari: “perché non sono in grado relazionarmi come gli altri in queste date situazioni?”, oppure “perché capitano tutte a me?”.
Nasce così il desiderio di modificare questo modo di vivere e spesso queste riflessioni spingono a dover chiedere aiuto a uno psicologo professionista.
Ipersensibilità: origini e peculiarità
Essere ipersensibili non è una scelta ma è il frutto di un mix di diversi fattori biologici e ambientali.
L’ipersensibilità di solito non si può estirpare in modo immediato o improvviso, ma si può ridurla, modificarla, attutirla, modellarla.
Per poter arrivare ad utilizzare l’ipersensibilità come vantaggio bisogna imparare a conoscerla e ad utilizzarla nel modo giusto.
Spesso chi è ipersensibile ha un’idea sbagliata di ciò che gli altri possono percepire di lui fino al punto di pensare che tutti gli altri sono facilmente in grado di vedere chiaramente le loro emozioni e fragilità.
Gli studi di Elaine Aron
Studi scientifici condotti dalla psicologa clinica Elaine Aron (colei che ha definito le persone ipersensibili con il termine “Highly Sensitive Person“ – HSP o Elevata sensibilità) hanno dimostrato che il 20% della popolazione è ipersensibile, ovvero è caratterizzato da una maggiore sensibilità.
Sensibilità che si trova nella stessa proporzione nei maschi e nelle femmine e non è connesso ad altre variabili di personalità (introversione o timidezza, ad esempio).
L’ipersensibilità può essere suddivisa e distinta in ipersensibilità emotiva, fisica o mentale, come forma di risposta molto forte nei riguardi di stimoli che possono essere sociali o ambientali. Oppure interni derivanti da una riflessione su sé stessi permeata da un costante paragone con gli altri o da autosvalutazione o bassa autostima.
Gli ipersensibili possono facilmente apparire come permalosi, empatici e costantemente affetti dalla dalla paura – infondata – di sentirsi a disagio, fuori luogo o mal giudicati dagli altri. Oltre a ciò essi facilemente possono anche sentirsi a disagio nei luoghi affollati oppure sentirsi anche fortemente colpiti o feriti dalle brutte notizie sentite nei telegiornali o lette su internet.
Per mitigare la propria ipersensibilità e stare meglio, le persone ipersensibili è importante che:
- lavorino in modo mirato sulla propria autostima;
- cerchino di evitare la ricerca di conferme dagli altri;
- riconoscere come positiva la capacità che hanno di leggere correttamente gli stati d’animo e i bisogni altrui;
- evitare di giudicarsi come sbagliati o eccessivamente sensibili e feribili.
Eventualmente queste persone potrebbero, magari con l’aiuto di un bravo psicoterapeuta, imparare a focalizzarsi sul loro sentire come un’opportunità di cui poter disporre nelle situazioni di necessità. Sviluppando delle modalità di pensiero che li aiuti a fidarsi delle proprie percezioni e a superare il giudizio di coloro che sono particolarmente giudicanti senza lasciarsi troppo influenzare dal loro giudizio.