Le grandi aspettative sono il preludio delle grandi delusioni.
Cecilia Dart-Thornton.
Beato colui che non si aspetta nulla perché non sarà mai deluso.
Alexander Pope.
In questo articolo andremo a concentrarci prevalentemente su quali siano le problematiche che possono avvenire in seguito a delle aspettative psicologiche, perlopiù rabbia e tristezza, ma anche rabbia e dolore, legate a un preciso evento della nostra vita. Parleremo solo ed esclusivamente di aspettative legate al futuro, non al passato o al presente.
Le aspettative, come vedremo, spesso sono delle attese specifiche che noi riversiamo negli altri, e che quando vengono deluse possono innescare sentimenti negativi, come frustrazione, dolore, rabbia, ma anche paura di perdere una persona o logorare un rapporto. Come avremo modo di analizzare in questo articolo, raccontando l’esperienza diretta di un paziente, il problema è che spesso misuriamo le nostre aspettative su di noi e il nostro sistema di credenze, e non su quello che effettivamente possono darci gli altri.
Analizziamo un caso studio e scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
Aspettative inconsapevoli: un caso studio
Stamani ho visto in seconda visita un cliente molto sofferente: prima dell’estate, su sua decisione, si è separato dalla moglie nei cui confronti – racconta con dispiacere – da lungo tempo ormai provava per lo più un senso di estraneità, tristezza e delusione.
Con determinazione, e nonostante il parere fortemente negativo del figlio diciassettenne, che aveva cercato di dissuaderlo e di tenerli insieme, ha portato avanti la separazione fino al trasferimento in un nuovo appartamento, avvenuto circa 1 mese fa.
La separazione non è stata causata da relazioni extraconiugali, che non ci sono state, ma è avvenuta in seguito a un continuo allontanarsi, sino a diventare quasi estranei.
La madre da sempre programma tutto per il ragazzo, lo accontenta e asseconda in tutto dandogli anche una notevole libertà nonostante i tentativi che il padre ha sempre attuato di limitare detta libertà e di fornire delle regole chiare a cui attenersi.
Dopo la separazione il padre è andato a vivere vicino alla precedente casa, in cui viveva con moglie e figlio.
Da allora, in più di un mese, ha visto da solo solamente una volta il figlio, il quale ha sempre una buona scusa per rimandare gli incontri col padre e non vederlo. E se lo vede, lo fa sempre quando è con un amico, mai da solo.

Aspettative inconsapevoli: i sintomi
Il padre ha portato in seduta soprattutto questi aspetti:
- una forte rabbia verso sé stesso per non aver saputo creare un rapporto più equilibrato con il figlio;
- una consistente, anche se minore, rabbia verso il figlio che non lo vuole vedere;
- un’alternanza di rabbia e dispiacere verso la ex moglie che non lo vuole più vedere e, ne è certo, sicuramente fa di tutto per metterlo in cattiva luce agli occhi del figlio;
- una forte paura di avere perso il rapporto con il figlio e di non poter recuperare il rapporto con lui;
- una sensazione di avere fallito come padre e come educatore, dato che il figlio oltre ad avere scelto di stare con la madre, sembra che eviti di vederlo e frequentarlo;
- una sensazione di blocco, di impedimento al prendere iniziative verso il figlio legati alla paura di peggiorare la situazione o di allontanare ancora di più il figlio, o addirittura di perderlo per sempre.
Vorrebbe chiamare il figlio, chiarire che è giusto oltre che importante il vedersi, sottolineare che vuole avere un rapporto con lui e che vuole essere presente nella sua vita, ma ha paura di peggiorare le cose o di creare ancora più ostilità.
Mi diventa chiaro da subito l’innesco di molte emozioni che creano sofferenza, e di come le aspettative che come padre ha verso il figlio, giocano un ruolo determinante nel creare sofferenza e dolore.
Cosa fare per combattere le aspettative inconsapevoli
Come prima tappa in seduta, utilizzando delle tecniche di psicologia energetica, abbiamo scaricato completamente prima la la paura, e poi il senso di fallimento, che svaniscono completamente dissolvendo anche il senso di blocco. Tant’è che a quel punto egli ha cominciato a programmare con chiarezza le azioni che avrebbe intrapreso nei confronti del figlio, fra cui:
- chiamarlo e invitarlo a cena in un locale di gradimento del figlio, dicendogli in modo rilassato e affettuoso, ma fermo, che vuole passare una serata a cena con lui;
- dirgli poi quando sono a cena che esige di avere un rapporto in cui vedersi e fare cose insieme almeno una sera alla settimana: cinema, cena, happy hour o visita in un centro commerciale con successiva cena in loco prima di riportarlo a casa;
- proporgli di andare in montagna insieme almeno una volta al mese, passando insieme un fine settimana diverso.
Egli è pronto, rilassato e deciso, quando gli ho chiesto: «cosa si aspetta che dica e faccia suo figlio, sia al telefono, sia quando vi vedrete?», egli ha raccontato con chiarezza cosa si aspetta dal figlio. infine, attraverso delle domande ben precise gli ho fatto scoprire che il figlio ha solo un modo per poter mantenere rilassato e ottimista il padre: agire come da aspettative del padre!
Che cos’è una aspettativa sul futuro
A questo punto ho chiarito al padre cos’è un’aspettativa e in particolare un’aspettativa su un evento che deve verificarsi, che deve ancora accadere. (Esistono anche altri 2 tipi di aspettative – una legata al tempo presente, ed una legata al tempo passato, che saranno oggetto di un’altro scritto. In questo articolo parlo solo di aspettative legate al tempo futuro).
Un’aspettativa legata al tempo futuro è una fantasia e un desiderio che viene attivato sul come devono andare le cose dal punto di vista di chi la vive.
Questo tipo di aspettative, di solito, derivano dai bisogni che una delle persone coinvolte ha, in una determinata relazione.
(Le considerazioni che seguono, riconosco che mi sono nate lavorando soprattutto con degli sportivi animati in gara da determinate aspettative di risultato, argomento su cui magari scriverò un articolo su www.milanogolf.it e www.coachingmilano.com).
Comunque, tornando alle problematiche succitate, cosa creano e cosa innescano in una relazione questo tipo di aspettative legate al futuro?
- una persona che si aspetta determinati comportamenti da un’altra persona non è totalmente presente agli avvenimenti che si verificano nel tempo presente dato che è costantemente impegnata a confrontare e a rilevare il come stanno andando le cose rispetto al come si aspettava che sarebbero andate le cose. E se vi sarà una certa differenza fra questi due piani, facilmente si creerà delusione, o rabbia, o dispiacere o senso di ingiustizia e incomprensione, o altro.
- Detto in altri termini la persona X (ad esempio il padre e/o anche il figlio) sarà spesso assente nel colloquio essendo mentalmente altrove ad autocommentarsi come le cose vanno in modo deludente rispetto alle attese, oppure a sentire le emozioni che vengono innescate dalla constatazione che l’altro si comporta in modo ben diverso da quello atteso. (Il figlio magari si aspettava un padre che non fa pressioni e che rispetta il suo dolore, o rabbia o tristezza invece di chiedergli impegni e presenza affettuosa; il padre magari si aspettava un comportamento di “affetto e conferma d’amore” da parte del figlio invece di ricevere segnali di fastidio, o di noia, o di irritazione o rifiuto alle proposte di stare – o fare – cose insieme);
- l’aspettativa agisce in triplice modo: da un lato creando cecità rispetto a degli elementi rilevanti che influenzano il contesto; dall’altro creando interferenza al sentire e capire cosa sta veramente succedendo; dall’altro ancora creando una sorta di appiattimento temporale. L’attesa è che si verifichi adesso ciò che mi aspetto che l’altro dica o faccia, invece cogliere che c’è sempre una tempistica e una gradualità particolare che va attentamente considerata e accettata nelle relazioni difficoltose o in cui vi sono delle ferite emozionali.
Rendo più chiaro il tutto riportando ciò che è emerso nel colloquio terapeutico fatto con il padre sopra citato:
- se vede il figlio, lui non si aspetta che egli possa sentirsi libero di agire coerentemente a come si sente. Si aspetta che il figlio sazi il suo forte bisogno di essere confermato affettivamente (e magari perdonato per il fatto che si è separato nonostante il parere contrario di madre e figlio);
- non è riuscito a considerare neanche minimamente il fatto che i comportamenti del figlio (che sembrano seguire la regola e sono improntati a: non vedo papà o lo tengo a distanza), possono anche essere dei messaggi di importante rassicurazione dati più o meno inconsciamente alla madre. (Messaggi del tipo: io non ti abbandono, io sto con te, puoi contare sulla mia presenza, stai tranquilla non ti lascio per lui, conti tu e non lui, ecc.). Madre che fra l’altro dalla separazione sta male in termini di salute (soffre di crisi renali e consistenti problemi digestivi e di stomaco, e quindi come dicono gli esperti di psicosomatica, patisce crisi di paura per incapacità nel digerire la situazione che si è venuta a creare);
- non ha considerato le tempistiche – e modalità comportamentali di passaggio – che può avere un figlio arrabbiato o triste o preoccupato o altro e la necessità di avere dei tempi di decantazione e superamento delle problematiche percepite e vissute.
Detto in termini diversi le aspettative riferibili al tempo futuro mettono chi le nutre in una posizione relazionale di richiesta, anche in un contesto in cui sarebbe decisamente preferibile il dare piuttosto che il ricevere ponendosi come dire a disposizione dell’altro: padre verso un figlio, un coniuge verso un partner che vive un dolore o che soffre, una persona che sta con chi ha subito un lutto o un trauma, ecc).
In conclusione
Quindi qual è la parola d’ordine inerente alle aspettative?
Diventare e rimanere ben consapevoli degli effetti relazionali ed emozionali che possono innescare in una relazione e tenerne debitamente conto, disinnescando l’insorgere delle emozioni primarie e sociali che possono stimolare o causare, quali soprattutto:
- ansia e allarme;
- paura;
- rabbia;
- dispiacere;
- inibizione all’azione o blocco;
- contrasto;
- rifiuto.
Armando Pintus, Coach Psicologo a Milano, Psicoterapeuta e Formatore specialista nello sviluppare Autostima, Benessere, Efficacia e Risultati.
Non fa solo il Mental Coach dato che da 30 anni fa Coaching Psicologico con ogni cliente su ciò che più dà soddisfazione, riuscita, successo e risultati.
In particolare utilizza un metodo di Coaching Psicologico che Sviluppa Capacità e Risultati Personali, Emozionali, Sportivi e di Relazione.
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