Quando si parla di violenza, in genere pensiamo all’aggressione fisica o sessuale, non alla violenza psicologica.
La violenza psicologica, può manifestarsi con offese, critiche, mancanza di rispetto, svalutazioni, menzogne e modalità di controllo dell’altro.
La violenza psicologica subdola affonda le sue radici nella psiche della vittima e può portare a conseguenze devastanti.
Spesso definita anche come abuso emotivo, la violenza psicologica è una forma di maltrattamento che ha, tra i suoi aspetti cardine, la sopraffazione della vittima protratta nel tempo, al fine di danneggiare l’identità, l’autostima e la dignità di chi viene colpito.
L’arma utilizzata da chi compie violenza psicologica sono le parole e gli elementi non verbali di astio e squalifica. Queste entrano nell’area della soggettività e possono lasciare solchi profondi le cui cicatrici possono restare per sempre.
La violenza psicologica spesso si ripete
Chi è vittima di violenza psicologica sa bene che non si tratta di un caso isolato: la peculiarità della violenza psicologica sta, infatti, nella ripetizione dell’abuso che stringe la vittima in una morsa, facendola sentire parte integrante, e magari colpevole, del processo dal quale non riesce a trovare una via d’uscita.
Solitamente ciò che viene attaccata è l’autostima della vittima. Se sei stato vittima di violenza psicologica ti sarà capitato di sentirti in colpa per l’accaduto, come se avessi fatto qualcosa di sbagliato o come se tu stesso fossi sbagliato.
Il fatto di sentirsi sbagliato o di provare senso di colpa sono aspetti molto importanti, oltre che ostacolanti, nelle richieste d’aiuto fatte a uno psicologo o a un professionista.
Spesso le parole dell’abusante risuonano nella sua vittima come familiari, essendo state già sentite più e più volte all’interno di uno schema relazionale abusante vissuto in precedenza (soprattutto durante l’infanzia e l’adolescenza).
Gli schemi relazionali abusanti vissuti in precedenza possono frequentemente possono portare chi diviene una vittima a stringere dei legami tossici perché magari inconsciamente pensa che è “probabilmente ciò che si merita”.
L’insicurezza nata da violenze psicologiche pregresse e uno scarso livello di autostima, in genere, rendono difficile il mettere in discussione la relazione che si instaura tra una vittima e il suo “carnefice”. Relazione che si trasforma di solito in una spirale che rende la vittima sempre più dipendente e “accomodante”.
Le umiliazioni
Tra gli aspetti fondamentali della violenza psicologica ci sono le umiliazioni. Queste possono essere:
- svalutazione più o meno continue rispetto alle proprie scelte personali o professionali. Vengono qui colpiti diverse aspetti, fra cui gli interessi personali o i risultati ottenuti al fine di screditarli, ecc.;
- commenti sprezzanti sull’abbigliamento, aspetto fisico o modi di fare della vittima, fino a diventare dei veri e propri insulti.
- comportamenti e atteggiamenti di superiorità nei confronti della vittima, sentendosi migliore di lei e ricorrendo a sarcasmo o a messe in ridicolo anche di fronte ad altre persone.
Senso di controllo
Il controllo può essere parte integrante della violenza psicologica in quanto mette sotto scacco la vittima, non sentendosi essa mai completamente libera. Il controllo può riguardare soprattutto:
- esigere di conoscere gli spostamenti della vittima e pretesa che questa possa rispondere a chiamate o messaggi inviati in qualiasi momento;
- controllo ossessivo degli aspetti privati e dell’identità virtuale della vittima tramite accesso ai canali social o personali, alla posta elettronica, al suo computer o smartphone;
- impartizione di ordini (sotto forma di consigli) circa l’abbigliamento, il cibo, ecc. e mettendo in discussione ciò che la vittima sceglie di fare o desidera fare;
- il “carnefice” alterna momenti di affettività e gentilezza a vere e proprie esplosioni di rabbia che confondono la vittima. Possono essere presenti anche casi di aggressività e gelosia patologica.
Isolamento
Colui che esercita violenza psicologica può scegliere anche un’altra strada che non è necessariamente quella del controllo e delle offese. Si tratta dell’isolamento e trascuratezza emotiva. Chi isola volutamente la vittima ricorre a:
- Tecnica del silenzio, scegliendo di troncare la comunicazione con l’altro.
- Indifferenza riguardo a segnali di aiuto o sofferenza, mancanza di empatia.
- Isolamento della vittima mettendo in giro notizie false o screditandola davanti ad amici, familiari o colleghi, facendo appello anche ad una sua supposta instabilità emotiva.
Quali sono le conseguenze?
Se sei – o sei stato – vittima di violenza psicologica, potrai confermare come e quanto ci si può sentire indifesi, impauriti e colpiti dalle parole di chi attacca.
Avrai probabilmente chinato la testa, tra paura, senso di fragilità e vulnerabilità, sperando che l’attacco finisca in fretta. Ma, come già anticipato, se vi è una violenza psicologica questa non si presenta come una tantum ma rientra solitamente nelle modalità relazionali malate in cui gli attacchi, le umiliazioni e gli abusi affiorano continuamente o con frequenza crescente.
Se ti è capitato di diventare vittima degli attacchi psicologicidi qualcuno, ti sarai probabilmente sentito calpestato nella tua identità e dignità personale. Da qui i vissuti e le emozioni di ansia, senso di colpa e vergogna possono evolvere, poiché facimente arriverai a sentirti “in difetto”, come se l’accaduto fosse qualcosa che ti spetta. Questi aspetti, poi, possono anche diventare forme patologiche più gravi quali, ad esempio, disturbi depressivi maggiori, turbe del sonno oppure DPTS (disturbi post-traumatici da stress).
Come uscirne?
Se ti ritrovi nelle modalità sopra descritte e sei vittima di violenza psicologica da parte del tuo partner, di un tuo genitore o amico, chiedi aiuto ad un bravo psicologo psicoterapeuta professionista.
L’abuso emotivo, come qualsiasi altra forma di violenza, prospera nell’oscurità e la vittima spesso non si sente compresa, scegliendo il silenzio.
Reagire alla violenza psicologica non è semplice, soprattutto quando sono in ballo tante emozioni profonde. Tuttavia, è fondamentale recidere i legami con certe relazioni tossiche per ritrovare quella serenità e felicità che nelle relazioni di violenza psicologica non esistono.