Le fasi del lutto
Le fasi del lutto evidenziano con chiarezza qual è il processo che, se elaborato e gestito correttamente, porta chi ha subito una perdita a poter passare dal senso di vuoto e dolore al ritorno alla vita. Questo processo è formato da 5 distinte fasi. Tutte le persone che subiscono una perdita necessariamente attraversano le fasi che lo compongono per poter elaborare il lutto che hanno avuto.
Queste 5 fasi del lutto sono state delineate dalla psichiatra Svizzera Elisabeth Kübler Ross, la quale ha studiato a lungo:
- le problematiche connesse con la morte e la perdita di una persona cara;
- le modalità con cui i famigliari e amici vivono il periodo successivo all’evento luttuoso;
- le fasi che vanno attraversate per poter elaborare il lutto subito con successo.
Le fasi del lutto possono anche sia presentarsi con un ordine diverso da quello indicato in questo articolo, sia non essere vissute tutte obbligatoriamente. Ognuno, infatti, può vivere il lutto subito in modo differente dagli altri.
Elisabeth Kübler Ross e le 5 fasi del lutto
In base agli studi e alle molteplici esperienze fatte Elisabeth Kübler Ross, scomparsa nel 2006, è ancora considerata come uno dei più importanti e validi studiosi di Psicotanatologia o Tanatologia Psicologica, disciplina che studia il sostegno psicologico davanti alla morte, sia per coloro che sono vicini a un defunto, sia per i malati terminali e i loro congiunti.
Durante il proprio percorso professionale psicoterapeutico la Kübler Ross ha definito e descritto le 5 fasi del lutto. Esse sono:
- negazione o diniego;
- rabbia;
- patteggiamento o negoziazione;
- depressione;
- accettazione.
Vediamo ora le caratteristiche principali di queste 5 fasi del lutto in base alla definizione fatta dalla stessa Kübler Ross, tenendo comunque sempre ben presente, come già sottolineato, che non tutte le persone vivono nello stesso modo gli eventi luttuosi e con la sequenza e modalità qui descritta.
Le fasi del lutto – La prima: negazione o diniego

La perdita della persona amata di solito rappresenta sempre una sorpresa, come un qualcosa di repentino e improvviso in grado di sconvolgere i cari del defunto. Anche nelle situazioni in cui l’informazione e l’elaborazione del lutto viene annunciata in precedenza, e rientra perciò nelle aspettative dei congiunti, il lutto sorprende ugualmente, generando sorpresa, stupore, sconcerto o schock.
La morte della persona cara crea una situazione nuova e sospesa fra i precedenti e abituali rituali di vita (con tutti i comportamenti e le abitudini che vi erano) e la nuova situazione di vuoto che si crea.
Durante il lutto cosa vengono a mancare?
Con l’evento luttuoso vengono perciò a mancare tutti i comportamenti di presenza del proprio caro, le parole, richieste, frasi, gesti, espressioni e abitudini che il defunto utilizzava. Ciò genera una situazione nuova, un vuoto a cui necessariamente chi subisce il lutto si deve abituare.
Alcuni ricordi e riferimenti specifici al defunto spesso rendono ancora più forte il senso di mancanza e di perdita che si è venuta a crear e che è verbalizzata anche con varie frasi, fra cui: «sapevo che era lì, sapevo che lui c’era, spesso pensavo a lui, di frequente ci sentivamo, mi continuava a chiamare», ecc.
Si crea una nuova realtà di mancanza, di vuoto
Succede quindi frequentemente che la nuova realtà di vuoto che si viene a creare, laddove il lutto non può ancora essere stato elaborato, diventi così difficile da gestire e accettare, tant’è che la persona che subisce il lutto arriva addirittura a negarlo.
«Mi sembra che non sia successo davvero; mi pare di essere in un brutto sogno che finirà; a tratti non ci credo, non mi sembra possibile» sono alcune delle frasi maggiormente dette dai pazienti che hanno subito un lutto. Frasi che evidenziano l’incredulità e la difficoltà ad accettare una perdita subita.
L’inaccettabilità e intollerabilità momentanea della nuova situazione di mancanza può portare la persona che la sta vivendo a negarla esprimendo proprio uno specifico senso di stupore, di shock e sorpresa all’evento.
Sorpresa che poi, spesso ma non necessariamente in modo graduale, porterà chi ha subito il lutto alla comprensione: «è proprio vero, la mia persona cara non c’è più, al suo posto c’è solo il senso di perdita e di vuoto che ha lasciato».
Le fasi del lutto – La seconda: la rabbia

Passano le giornate e ti rendi conto che il senso di vuoto continua e che la persona defunta è ormai uscita dalla tua vita din maniera definitiva.
La negazione della perdita è svanita e a quel punto può subentrare la rabbia dovuta a un atteggiamento di rifiuto, sintetizzabile nelle frasi «perché è successo proprio a X?»; «è un’ingiustizia!»; «non se lo meritava», «non è giusto che sia successo proprio a me», ecc.
Un’altra fonte di rabbia può anche presentarsi verso:
- te stesso per non hai capito o fatto determinate cose, ecc;
- la persona che non c’è più, che non ha agito in modo da evitare la propria fne
- quella eventuale persona cattiva o incapace che ha causato l’evento luttuoso;
- il destino avverso o ingiusto che te l’ha portato via.
La rabbia durante questa fase del lutto si può manifestare anche con forza e corrosività, con tutti i disagi anche fisici che l’accompagnano.
Il pericolo dell’isolamento sociale
Durante questa fase dell’elaborazione del lutto bisogna fare molta attenzione in quanto, nella gestione della perdita, la persona che l’ha subita può isolarsi, rifiutare i rapporti con gli altri, chiudersi in un mondo interno fatto di solitudine e dolore. Oppure provare forti emozioni, chiudersi in se e rifiutare i contatti esterni.
La conseguenza può essere che la persona arrivi poi a scegliere di stare in solitudine, magari allontanando gli altri affermando o convincendosi che «tanto loro non capiscono, sono insensibili, sono troppo presi dalla propria vita», «è inutile, sarei solo di peso» ecc.
Le fasi del lutto – La terza: il Patteggiamento o Negoziazione
Dopo tutta l’intensità legata alla rabbia provata, chi deve elaborare il lutto può diventare consapevole di quanto quell’intensità rabbiosa sia inutile ed energicamente assai dispendiosa, soprattutto rispetto:
- al senso di perdita e di mancanza;
- al migliorare e risolvere la situazione di vuoto che si sta vivendo.
A quel punto di solito chi sta elaborando il lutto passa alla fase successiva, quella del patteggiamento o negoziazione, che è una fase molto particolare in cui irrazionalmente si sente la mancanza di chi non c’è più come se fosse temporanea o quasi transitoria.
L’irrazionale speranza di far rivivere il passato
Durante la fase del patteggiamento o negoziazione vi è l’irrazionale speranza che sia possibile far tornare indietro il passato per poterlo rivivere.
Pertanto se devi malauguratamente elaborare una perdita, sappi che durante questa fase di gestione del lutto descritta da Elisabeth Kübler Ross, possono succederti gli eventi sotto riportati:
- chi era per te insostituibile o di grande importanza è sparito;
- ti sei trovato ad essere bloccato e incredulo.
- poi hai cominciato a cercare quella persona cara che è uscita più o meno improvvisamente dalla tua vita;
- dopo hai magari nutrito la speranza di poterlo ritrovare e hai cercato il tuo defunto più e più volte negli angoli di casa o nei luoghi in cui era solito essere, sperando di poterlo ritrovare o nutrendo un misto di emozioni che vanno dall’angoscia alla speranza.
Le fasi del lutto – La quarta: la depressione

Dopo aver subìto quello schock e sorpresa che ti ha portato a negare la perdita della persona cara, dopo che la rabbia che sentivi si è via via ridotta e affievolita, ecco che entra in gioco tutto il dolore legato alla perdita subita, la tristezza e dispiacere e il forte senso di mancanza. Ecco dunque la quarta fase, la depressione, che si accompagna a tutta la forza del senso di solitudine e abbandono, di impotenza e di vuoto.
A questo punto ti senti forse nel momento peggiore e più triste e ti potresti anche percepire come se non ti fosse rimasto più nulla di realmente importante. Ecco quindi che l’urgenza e necessità di recuperare le energie e la motivazione alla vita, assume la sua massima importanza.
La pericolosità del non curarsi e del lasciarsi andare
In questa fase si manifesta un pericolo che colpisce molte persone che cominciano a trascurarsi, a non dormire, a nutrirsi male, a non lavarsi. Elaborare quel lutto diventa quindi una necessità indispensabile per potersi riprendere, anche se a volte appare come quasi impossibile il poter riuscire a “ritornare alla vita”.
Il lutto e la perdita sono eventi naturali della vita. Chiunque, dunque, può provare shock e confusione, subendo poi periodi prolungati di tristezza o depressione a causa di una persona cara che non c’è più. Per potersi riprendere riducendo la durata e l’impatto del dolore e della depressione diventa molto importante farsi aiutare per stare meglio e superare prima il trauma dell’abbandono e della morte del proprio caro.
La tristezza tipicamente comincia a diminuire d’intensità, forse per via del passare del tempo o per la mancanza di quell’energia che sosteneva la rabbia. Ed è proprio in questa fase del lutto che solitamente si manifesta un importante processo interno. Durante questa fase sono due gli obiettivi:
- riuscire a superare adeguatamente il lutto;
- gestire e superare bene quella separazione;
Se riuscirai a fare entrambe le cose potrai via via superare i sentimenti di vuoto e solitudine, cominciando a vivere in modo diverso il tempo trascorso con la persona amata che ormai non c’è più. Se questo accade, arriverai alla quinta e ultima delle fasi del lutto.
Le fasi del lutto – La quinta e ultima: l’accettazione
Dopo aver vissuto la sorpresa o schock, dopo tutte le emozioni intense, dopo aver cercato la persona perduta e averne pianto la mancanza, dopo aver sentito tutto il rammarico e la tristezza, ecco che quasi improvvisamente torna l’interesse per alcuni aspetti della vita. L’interesse per i parenti o nipoti, per alcune amicizie, per alcuni possibili impegni o attività dimenticate.
Mentre prima di elaborare il lutto facendotene una ragione la vita ti sembrava vuota e ricca di solitudine, di seccature o di impegni non desiderati, ora qualcosa di diverso è successo: il dolore si è affievolito, il senso di mancanza è sempre presente ma non più come una fonte di disperazione o di abbandono.
Hai ripreso a prenderti cura regolarmente di te e delle tue necessità, hai ricominciato a lavarti e ad occuparti della casa e delle incombenze quotidiane: vai a fare la spesa, cucini e cominci a provare più piacere per la presenza di amici e parenti.
Rimane il senso di vuoto ma non il dolore
Ecco l’arrivo del periodo in cui è rimasto il senso di vuoto ma senti affetto e calore verso chi è mancato, senza però avvertire angoscia e dolore. I ricordi sono presenti, durante la giornata ti vengono in mente le cose che avete fatto insieme, ricordandole quasi con tenerezza e senza quel senso di peso che prima avvertivi come se fosse un pesante macigno irremovibile.
In questa ultima fase del lutto inizierai anche a leggere gli eventi e gli accadimenti in maniera più chiara, attribuendogli significati più positivi e ritornando a vivere con un attegiamento costruttivo.
Un suggerimento per chi deve affrontare l’elaborazione del dolore e del lutto
L’elaborazione del dolore e del lutto è sempre un iter delicato e complesso. Esso può protrarsi nel tempo e devastare a lungo chi lo subisce, soprattutto se chi è in lutto si ritrova essere da solo o non sa come gestire le varie fasi che derivano dalla perdita avuta.
Quello che è stato descritto in merito alle 5 fasi del lutto individuate da Elisabeth Kübler Ross rappresenta quello che può essere un iter quasi naturale e obbligato per chi ha subito una mancanza. Naturalmente se questo diventa troppo lungo o difficoltoso, fatti aiutare a superare le difficoltà derivanti dall’elaborare un lutto in modo corretto, per poter tornare quanto prima vivere con gioia ed energia, stando bene e superando i rimpianti, l’ angoscia e il dolore della perdita; ricominciando a vivere e ricordando con amore e affetto, ma senza dolore, chi non c’è più.